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Uno studio inglese stima che il rischio di mortalità cresce del 44% nelle donne vittime di violenze coniugali comparato alle altre donne della stessa età ed in condizioni fisiche simili.
La violenza domestica, che indica abusi di ordine fisico, psicologico, sessuale, economico e/o emotivo da parte del partner sfortunatamente è un fiume in piena che tocca una donna su tre nel mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute.
Fragilità cardiovascolare?
Un nuovo studio analizza i risultati di 18.547 donne che hanno subìto degli episodi di violenze coniugali. I dati medici di queste pazienti sono stati comparati a quelli di 72.231 donne in condizioni fisiche e sanitarie simili (età, indice di massa corporale, tabagismo…) non sottoposte alle violenze coniugali.
Gli autori dei lavori hanno constatato che il rischio di sviluppare una malattia cardiometabolica come il diabete di tipo 2 aumentava del 51% nelle donne esposte alle violenze. Nessuna associazione è stata rintracciata con l’ipertensione.
“Lo studio sottolinea anche un rischio di mortalità del 44% più elevato (riunite tutte le cause) in queste donne paragonato a quelle che non hanno subìto violenze coniugali.
Nonostante i ricercatori non siano stati in grado di confermare il motivo globale di questo aumento della mortalità, questa si può spiegare in parte con l’aumento del rischio cardiovascolare.
Delle devastazioni su tutti i piani
La prossima tappa consisterà dunque nel condurre delle ricerche supplementari per determinare quali altri fattori potrebbero specificatamente condurre ad un aumento della loro mortalità.
“Nonostante il nostro studio non sia stato in grado di rispondere esattamente alla domanda di sapere perché questa relazione esista, pensiamo che essa sia probabilmente dovuta agli effetti dello stress acuto e cronico”.
“Inoltre, sappiamo che l’esposizione alla violenza domestica può essere associata a dei fattori legati ai modi di vita come una cattiva alimentazione, l’alcool ed il tabacco, come mostra il nostro studio”, fa notare il dr. Joht Singh Chandan, autore principale dello studio.
Questi lavori si aggiungono a due ricerche condotte dalla stessa squadra di ricercatori e pubblicata nel 2019. La prima ha mostrato che le donne vittime di violenze domestiche sono quasi due volte più suscettibili di sviluppare una fibromialgia ed una sindrome di fatica cronica.
La seconda, apparsa lo scorso giugno, ha rivelato che le sopravvissute inglesi alle violenze domestiche sono tre volte più suscettibili di sviluppare delle malattie mentali gravi.