Sono tante le domande che insorgono in me dinanzi il fenomeno del femminicidio, ma ce n’è una in particolare che si impone alla mia attenzione: cos’è esattamente quel meccanismo causale che spinge l’uomo a commettere un atto di violenza contro una donna?
Questa è la domanda fondamentale che mi sorge nella mente ogni volta che leggo un giornale o sento al telegiornale la notizia di un marito, un compagno o di un fidanzato che uccide la propria compagna.
In Italia si verificano molti casi di questo genere, se si pensa che ancor oggi almeno 120 donne vengono uccise ogni anno per mano del loro marito/fidanzato o ex compagno.
Molti fra questi uomini usano la “scusa” della cosiddetta “gelosia” per giustificare questo loro gesto criminale.
Ma è questa la verità? E, se lo è, da cosa origina una simile “gelosia”? Da una insicurezza dell’uomo? Da altro?
Per capirlo forse bisognerebbe comprendere il fenomeno del femminicidio nel suo complesso, ed è per questo che ho scelto di esaminare e parlare prima di tutto del femminicidio in generale, anziché di uno specifico delitto commesso in questi ultimi mesi: per il fatto che questo non solo è un argomento delicato, ma sarebbe giusto parlarne ampiamente, per tracciarne i dati generali, comuni e per capirlo come fenomeno nel suo complesso.
Esistono molte organizzazioni, gruppi ed organismi che si prendono cura delle donne, vittime e superstiti di queste violenze. Si tratta per lo più di associazioni femministe, che basano il loro scopo associativo nella difesa dei diritti femminili.
Molti individui credono che questi movimenti femministi esistano solo per “dare” o “accentuare” il potere delle donne a scapito degli uomini. In realtà le donne da secoli sono costrette a combattere per arrivare ad ottenere gli stessi diritti degli uomini, essendo state da sempre storicamente screditate e poste ai margini della società maschile.
Forse dovremmo chiederci il motivo per cui storicamente si è determinato in origine uno squilibrio abnorme tra questi generi.
Un motivo che probabilmente è legato alla domanda posta al rigo iniziale: cos’è esattamente che porta un uomo a compiere violenza verso una donna, la propria moglie, fidanzata o compagna? Perché quegli stessi uomini sostengono che sia proprio la gelosia la causa della loro violenza? O perché questi uomini violenti, dovendosi giustificare, danno la colpa proprio alla donna, in realtà la vittima del loro crimine? Oè realmente la donna la vera causa di tutto ciò?
Ulteriore domanda che mi pongo: perché si dice che accanto il femminicidio esista il maschicidio e che quest’ultimo in realtà sia pari al femminicidio, sebbene se ne parli molto meno o per nulla?
Penso che cercare una risposta a queste domande sia fondamentale per comprendere la storia dell’umanità ed anche il fenomeno del femminicidio. Una risposta, tuttavia, che non sia ideologica ma aderente ai fatti storici e attuali.
Vanessa Marucci
Liceo Classico “U. Foscolo” di Albano Laziale (Rm)
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