di Avv. Michela Nacca6–7 minuti
Rendiamo i pedofili identificabili e tracciabili pubblicamente come già avviene negli U.S.A.
Perché il diritto alla privacy dei pedofili non può prevalere sul diritto dei bambini ad essere tutelati dalle violenze sessuali, dallo sfruttamento sessuale e dalla pedopornografia!
In Europa i bambini e le bambine abusate sessualmente sono 18 milioni.
In Italia su circa 80.000 chiamate l’anno giunte a Telefono Azzurro il 10% dei casi riguardano violenze sessuali.
Uno studio del Centro Aurora di Bologna (Centro Nazionale per i bambini scomparsi e sessualmente abusati) ha evidenziato che in Italia dal 2004 al 2007 sono scomparsi 3.399 minori. E la situazione sta peggiorando: nell’ultimo decennio molte di più sono state le scomparse di bambini, dato l’aumento di immigrazione clandestina di minori.
La pedofilia, la pedopornografia, le violenze sessuali sui bambini e le bambine, il turismo sessuale, fenomeno molto diffuso tra gli italiani così come tra uomini europei ancora oggi troppo poco ostacolato, costituiscono reati particolarmente pericolosi per il futuro dei piccoli abusati che porteranno per sempre le cicatrici della violenza spesso con ripercussioni a livello psichico e sociale.
Un registro pubblico dei pedofili, nella maggior parte dei casi recidivi, permetterebbe di identificare prontamente persone già condannate per pedofilia che si aggirano in luoghi frequentati da minori e prevenire così qualsiasi forma di avvicinamento.
Negli USA, nonostante le violenze sessuali sui minori siano nettamente inferiori, il fenomeno viene contrastato con maggiore forza rispetto all’Europa, specialmente in fase preventiva e tenendo conto del fatto che i “predatori sessuali” sono dei recidivi.
Innanzitutto grazie alla “Legge Megan”, che prende il nome da Megan Kanka, bambina di sette anni che fu rapita, violentata e uccisa nel 1994 da un vicino di casa pluripregiudicato per reati sessuali su minori.
Dal 1997 in Usa le autorità devono schedare i condannati per delitti sessuali su minori: in tutti gli Stati è prevista la registrazione in una banca dati elettronica dell’amministrazione penitenziaria, acquistabile da parte di qualsiasi cittadino su Cd-Rom per 35 dollari, oppure consultabile tramite un numero verde o un cd-rom disponibile presso i commissariati, le biblioteche o le fiere delle contee.
A breve, è stato previsto che i pedofili americani siano identificati come tali anche sul loro passaporto, ciò per rafforzare la lotta contro il turismo sessuale con minori e lo sfruttamento infantile. Il Dipartimento di Stato americano infatti applicherà una sorta di “bollino” sui documenti di chi ha commesso questo tipo di reati ed il retro del passaporto recherà la dicitura “Il proprietario è stato condannato per un reato di tipo sessuale nei confronti di minori ed è schedato secondo la legge americana”.
In Europa la materia di abuso, sfruttamento dei minori e pornografia minorile sono regolate dalla Direttiva 2011/92/UE.
La Convenzione di Lanzarote già dal 2007 prevede “la registrazione e alla conservazione dei dati relativi all’identità, nel rispetto della privacy e ad uso interno, nonché al profilo genetico (DNA) delle persone condannate per reati sessuali, affidati ad un’unica autorità nazionale che deve interfacciarsi con le altre autorità degli Stati membri”. Tuttavia tale normativa è rimasta inapplicata dalla maggior parte degli Stati membri.
In Italia l’esistenza di una banca dati nazionale, ma a mero uso interno per le forze di polizia, è stata prevista dalla legge 36 del 2006.
Ciò stante noi chiediamo che in Italia ed in tutta Europa:
1. Venga soppressa la condizione contenuta nella stessa Convenzione di Lanzarote, inerente la tutela della privacy dei pedofili condannati.
2. Sia creato un Registro Pubblico Pedofilia ove siano inseriti tutti i dati identificativi di responsabili di reati di pedofilia e pedopornografia (nome, cognome, data di nascita, residenza, domicilio, riconoscimento fotografico) consultabile da ogni cittadino via web.
3. Venga introdotta la “Legge Megan” prevedendo che chiunque è condannato per qualsiasi genere di reato a sfondo sessuale, in cui vittima sia un bambino o un minore, perdendo ogni diritto alla privacy, con l’obbligo di registrare presso le Forze dell’ordine i propri dati anagrafici, il proprio domicilio e i propri spostamenti, gli sia imposto il divieto assoluto di frequentare, lavorare e/o risiedere nelle vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori o dal genere di persona normalmente bersaglio dei propri crimini.
4. Coloro che si siano macchiati di gravi reati sessuali su minori vengano resi identificabili sul loro passaporto, con specifico ed esplicito riferimento alla condanna subita.
Riteniamo infatti che il diritto alla privacy di un condannato per pedofilia NON SIA PIU’ MERITEVOLE DI PROTEZIONE DEL DIRITTO DEI BAMBINI DI POTER ESSERE SALVATI DA VIOLENZE SESSUALI!
Solo l’introduzione delle misure da noi richieste e sopra indicate, infatti, potranno efficacemente contrastare in via preventiva la pedofilia: l’adozione di politiche e legislazioni diverse da quelle sopra suggerite potranno solo testimoniare la piena complicità ed il favoreggiamento compiuto dalle istituzioni europee ed italiane verso tali odiosi reati!
Firmiamo tutti l’introduzione del Registro Pubblico Pedofili, affinché lo Stato e l’Europa ci mettano realmente in condizione di difendere preventivamente i nostri figli e nipoti!
https://www.change.org/p/presidente-parlamento-europeo-istituzione-pubblico-registro-pedofili