Petizione di Avv. Michela Nacca
“Marco”, di soli 5 anni, deve restare con la madre!
Firmiamo tutti contro lo scempio della “pseudo teoria” PARENTAL ALIENATION e la sua applicazione nelle CTU, che violando la convenzione di Istambul banalizzano e ignorano non solo le denunce per violenza domestica ma persino le condanne!
Nelle CTU e nei provvedimenti dei tribunali non si parla più di Parental Alienation, ma l’impianto usato è sempre lo stesso, stessi i criteri, stessa la logica… sempre gli stessi anche gli effetti devastanti sulle madri che trovano la forza di denunciare!
Che Stato è quello che chiede alle donne di denunciare i maltrattamenti, ma poi punisce le madri per averlo fatto?
APPELLO
al Presidente della Repubblica
al Ministro della Giustizia @alfonsobonafede
al Ministro della salute @robertosperanza
e al @grevio @marcelinenaudi
Egregio Presidente della Repubblica, Ministri, Commissione Grevio della UE.
Atteso che:
-L’Italia ha ratificato nel 2013 la «Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica»,Convenzione di Istanbul, primo strumento internazionale giuridicamente vincolante, volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza.
– Con la L. 69/2019 (codice rosso) l’ordinamento italiano chiede alle donne vittima di violenze di denunciare i maltrattamenti che si consumano tra le mura domestiche, spesso innanzi i figli minori.
– La teoria “alienazione parentale” (gia’ denominata PAS ) ritiene che la maggioranza delle madri denuncino gli ex partner, padri dei loro figli minori, per maltrattamenti domestici o altri reati legati alla VD, per meri fini strumentali ossia per ostacolare la relazione paterna.
Tale teoria, pur imperversante da anni nei tribunali italia, tanto da costituire oggetto di piu’ proposte di Legge, non e’ mai stata riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale ed e’ stata ritenuta infondata scientificamente dal nostro Ministro della Salute gia’ nell’anno 2012.
Gia’ denunciata come:
“«unsophisticated, pseudoscientific theory» (The Leadership Council on Child Abuse & Interpersonal Violence )
una “junk science at its worst” ( Psichiatra Prof. P. Fink, capo del Board incaricato di elaborare il DSM III, ex Presidente APA e del The Leadership Council on Child Abuse & Interpersonal Violence )
«Il peggior cumulo di spazzatura antiscientifica mai visto» (John Robert Conte, docente e ricercatore in discipline sociologiche all’Università di Washington),
una Teoria «discredited …scientific invalidity….have no grounding in reality» (National Council of Juvenile and Family Court Judges. NCJFC)
« mancante di basi scientifiche» (Bruch C. S)
un “castello in aria” «e’ pericolosa» che «non deve essere utilizzata dagli psicologi ne’ in ambito clinico ne’ giudiziario» ( Associazione Spagnola di Neuropsichiatria – 2010)
« the PAS construct fails to meet scientific standards and should not be admissible in courts.”( Journal of Child Custody)
Da essa ha ripetutamente preso le distanze anche l’APSAC americana con una nota del 16 agosto 2019 pubblicata sul proprio sito web.
– L’Alienazione Parentale – o in qualunque modo essa si voglia ridenominare – non e’ stata inclusa nell’ICD 11, nonostante forti pressioni lobbistiche, cosi come gia’ avvenuto con il DSM 5.
– La stessa Corte di Cassazione ha ripetutamente, nel 2013 ed ancora nel maggio 2019, definito la Parental Alienation una teoria priva di fondamento scientifico ;
– Numerose altre Corti supreme si sono espresse in analoga misura : si veda ad esempio la Sentenza della Corte Suprema di NY del 16 dicembre 2018 a firma del Giudice Dollinger, che in riferimento ai criteri della Parental Alienation parla di “apice della follia“.
– Pur non essendo piu’ nominata, tuttavia dal 2019 ad oggi l’impianto della teoria Parental Alienation continua ad essere utilizzata nelle CTU e nei conseguenti provvedimenti dei Tribunali , sostituita con altre definizioni e perifrasi di analogo senso (madre simbiotica, ostativa, ostacolante, sfiduciata ecc) determinando la richiesta di affido ai servizi sociali, la sospensione della responsabiita’ genitoriale materna o nel prosieguo addirittura l’allontanamento dei figli minori, anche di tenera eta’, dalle loro madri: in quanto esse denunciando le violenze subite dagli ex partner, padri dei loro bambini, anziche’ voler proteggere gli stessi e se stesse dalla violenza, secondo i sostenitori di tale teoria manifesterebbero in realta’ una precisa volonta’ “ostacolante” (alienante) che dimostrerebbe una supposta incapacita’/inadeguatezza genitoriale materna!
Le stesse denunce materne per maltrattamenti e per reati analoghi, anche quando esitano in rinvii a Giudizio e condanne penali, dunque nei Tribunali per i Minorenni rischiano di diventare automaticamente prova di grave inadeguatezza genitoriale delle madri!
Una presunta inadeguatezza che, per taluni CTU, diviene piu’ grave della violenza paterna, denunciata e talvolta persino accertata in ambito penale!
– Atteso che il 13 gennaio 2020 il GREVIO (Gruppo Esperte sulla Violenza contro le donne del Consiglio d’Europa) ha pubblicato un rapporto sulla situazione italiana sottolineando la distanza tra la teoria dell’impianto legislativo e la pratica giurisprudenziale nel nostro Paese, esprimendo GRANDE PREOCCUPAZIONE per la MANCATA TUTELA dei diritti delle vittime di violenza, giacché in numerose CTU sull’affidamento dei minori si assiste ad un occultamento della violenza e ad una svalutazione delle madri e delle loro denunce, che perdono così l’affidamento dei figli, esponendo cosi i medesimi a ulteriori rischi di vittimizzazione.
Quello che sta accadendo alla madre di “Marco” (nome di fantasia) appare emblematico: una donna che, dopo aver denunciato le violenze dell’ex compagno -dettagliatamente provate e per le quali l’uomo è stato gia’ condannato in primo grado ed ulteriormente rinviato a Giudizio per altri reati di violenza- oggi rischia di perdere la custodia del figlio di 5 anni, cosi come richiesto da una CTU che l’avrebbe ritenuta immotivatamente “ostativa”.
Nonostante la condanna inflittagli, l’uomo infatti non avrebbe MAI smesso di agire violenza, anche durante o in occasione delle visite protette.
Eppure le adeguate capacità genitoriali della donna erano gia’ state riconosciute da una precedente CTU. Mentre la nuova consulenza tecniinca d’ufficio ha derubricato la violenza a mera “conflittualità genitoriale” e ha concluso sostenendo incredibilmente un presunto atteggiamento materno non protettivo ma ostile, diffidente e sfiduciato, dunque ostativo alla genitorialità del padre, tale da giustificare e richiedere, secondo la CTU, la sospensione della responsabilità genitoriale della mamma!
v. in https://www.maisonantigone.it/blog/?denuncia-il-compagno-violento https://www.tpi.it/cronaca/alienazione-genitoriale-denuncia-violenza-ex-compagno-condannato-20200421589481/?fbclid=IwAR1_mfp-J088AmWVwAwy3Su59prVvzLoMa1UgXQbWQu0sNwW-5d20LN1JNM
RISCHIARE DI PERDERE I FIGLI PERCHÉ SI DENUNCIANO LE VIOLENZE È UN RICATTO INACCETTABILE.
Ci chiediamo che Stato siamo diventati e diventeremo, se non proteggiamo i nostri futuri cittadini dalla violenza e non li mettiamo in condizione di crescere in modo sicuro e sano.
Chiediamo risposte e CONCRETE TUTELE.
#siamotuttesabrina