di Avv. M.Nacca
Una Riforma di affido dei figli omicida
Gli estensori del ddl tuttavia si soffermano soprattutto sul caso svedese, considerato il più evoluto, laddove nel 28% dei casi di separazione i genitori scelgono un tipo di affido/collocazione a tempi esattamente paritetici (50% e 50%) mentre nel 40% si avrebbe un affido di tipo “materialmente condiviso” con tempi prossimi al 50%. Solo il restante 32% dei genitori separati svedesi preferirebbe dunque una collocazione prevalente presso la madre o il padre.
“Avvenire” ritiene provocatoriamente un “mistero” la causa di un tal numero di suicidi e malattie fra i giovanissimi svedesi, finendo per additarla nella stessa separazione dei genitori. Ma è veramente così?
Se così fosse, allora anche in Italia dovremmo avere lo stesso numero di suicidi l’anno, tra bambini e adolescenti, visto che anche in Italia il 50% delle coppie coniugali e genitoriali si separa (dati Istat 2016).
La causa dunque non risiede nella separazione genitoriale in sé, ma più probabilmente nelle sue diverse modalità e criteri, rispetto a quelle svedesi!
In Italia infatti ancor oggi l’83% delle coppie coniugali che si separano lo fanno consensualmente e, in oltre il 90% dei casi, decidono di allocare i loro figli prevalentemente presso la madre: e ciò fanno in pieno accordo al fine di traumatizzare meno possibile i figli, facendo sì che, nonostante la loro decisione di separarsi, questi bambini e adolescenti non abbiano a soffrire più del necessario la rottura creatasi, non dovendo cioè anche alterare tutta la loro vita ed i loro tempi ed impegni pregressi, compresi quelli da dedicare alla socializzazione e frequentazione di amici, al di fuori del contesto familiare.
Un tempo che viceversa, proprio nei casi di affido con “bigenitorialità materiale”, verrebbe fortemente sacrificato: perché quando un bambino o un adolescente viene costretto a vivere per anni con le valigie sempre fatte, facendo da spola ogni 3 o 5 giorni tra la casa del padre e quella della madre, spesso non attigue, dividendosi tra le esigenze egoiste di due genitori che puerilmente si contendono tutte le sue attenzioni, financo il suo tempo fino all’ultimo giorno o all’ultimo secondo, il risultato è la solitudine del loro figlio: adorato, conteso, ma non veramente amato!
L’esigenza del bambino, dai 4 anni in poi, ed a maggior ragione in una età successiva adolescenziale, non è più infatti quella di giocare e stare con mamma e/o papà. Ma quella di imparare a socializzare, giocando e misurandosi con i coetanei! E per attuare ciò bisogna sacrificare i tempi da dedicare a padre e madre, nonché a nonni e zii, come è sempre stato! Non basta infatti solo la scuola e l’orario mattutino, ma è necessario che il bambino /adolescente si confronti anche in altri contesti, quelli pomeridiani, del tutto necessari per la sua crescita equilibrata: la palestra, i campi da calcio, il cortile sotto casa…..
Tempi che invece da alcuni genitori vengono rivendicati come di propria spettanza e prioritari per se stessi.
Ed è per questo che, per noi, è evidente e chiaro il collegamento tra applicazione della cd “bigenitorialità materiale” e l’elevato tasso di suicidi svedese!
Dividere il tempo tra un padre ed una madre, che si impongono l’uno sull’altra per ottenere al 50% il figlio, significa che a questo bambino/adolescente, avendo a che fare con genitori immaturi ed egocentrati, non sarà permesso di avere tempo, attenzioni ed energie da spendere con i coetanei, con cui imparare ad affrontare il mondo, gli altri…cioè sarà un bambino e un adolescente drammaticamente SOLO!
Perché l’ esigenza dei bambini, specie poi quelle degli adolescenti, è GIOCARE CON I COETANEI ed in tal modo imparare ad affrontare i rischi del mondo, senza averne paura, anche perché inserito in contesti di amici che lo accompagneranno per anni.
Un bambino/ragazzo che è invece costretto a stare TUTTO O QUASI TUTTO IL TEMPO con papà e mamma (per colmare il vuoto affettivo o i sensi di colpa degli ADULTI) magari anche dovendo fingere di divertirsi con loro e di preferirli alla festa di compleanno del compagnetto, o alla recita di fine anno scolastico, o alla partita della propria squadra (perché sennò papà o mamma si offendono e sono gelosi di chissà cosa e chissà chi) in realtà E’ SOLO!
Certo non in senso fisico…ma psicologicamente e affettivamente SOLO: perché nessuno capisce le SUE esigenze e perché, sempre impegnato con papà e mamma, finisce per essere isolato dai coetanei!
Pensiamoci, prima di far approvare una riforma abnorme e fallimentare, che ucciderà i nostri figli!
Una volontà legislativa, quella sottesa a questa Riforma normativa, che non pone in primo piano le esigenze dei bambini ma quelle dei genitori…suicidando il futuro del nostro Paese e dei nostri figli!