di Avv. Simona D’Aquilio
Mi piace sempre andare al cinema senza aver letto recensioni del film che devo guardare. Seguo sempre questa regola, anche quando si tratta di vecchi films. Perché il film deve entrarmi dentro per qualche motivo, deve colpirmi e non voglio avere condizionamenti di alcun tipo.
Con questo approccio metodologico da semplice spettatrice, sono entrata di nuovo nel mondo di Ozpetek, ieri sera.
La sua bravura è nota e confermata eppure anche stavolta mi ha stupita ed incantata. La poesia che ha utilizzato per narrare questo intreccio di storie e sentimenti è davvero unica, inimitabile inconfondibile: è semplicemente Ozpetek dal primo all’ultimo minuto.
La trama del film è quanto di più semplice si possa immaginare: Annamaria piomba nella vita di una coppia di amici gay, Alessandro e Arturo, ai quali lascia qualche giorno i suoi due bambini per poter eseguire degli accertamenti in ospedale.
I piccoli Sandro e Martina si ritrovano ad essere gestiti da questi due uomini, dei quali uno, Alessandro, è un caro e vecchio amico della mamma. I due, all’inizio hanno qualche difficoltà ad entrare nel mondo infantile ma la tenerezza li vincerà.
Aiutati da una cerchia di amici, fra i quali un uomo affetto da una qualche forma di demenza (forse Alzheimer) che gli fa dimenticare fatti, persone e luoghi, i due uomini si ritroveranno a dover gestire l’assenza di una mamma ed il dolore di due bambini in un momento molto critico della loro relazione di coppia: una coppia che pare proprio non funzionare più, fra tradimenti, pentimenti e rinfacci.
Non voglio andare oltre con la narrazione perché il film va visto. Ciò che posso riportare è la grandissima maestria di Ozpetek nello scegliere i luoghi, la colonna sonora ed i variopinti personaggi di questa umanità in continua evoluzione grazie all’amore che tutto muove e tutto può risolvere. Un amore stanco, come quello di Alessandro ed Arturo o sempre nuovo e diverso come quello di Filippo (che non ricorda mai nulla dopo circa tre minuti e men che meno la sua amata Ginevra che, però, corteggia puntualmente ogni giorno innamorandosene come la prima volta) o materno e protettivo come quello di Annamaria per i propri bambini, che tenta di proteggere e mettere al sicuro portandoli in casa di Arturo ed Alessandro. Un amore senza regole, quello di Ozpetek, e che si piega ad una sola regola: amare!
Ozpetek riesce a far parlare gli occhi degli attori in maniera superba: sublime Jasmine Trinca e fantastici Stefano Accorsi ed Edoardo Leo in questa prova di attori dagli sguardi intensi, complici o rabbiosi, disperati o felici. Bravissimi anche i piccoli protagonisti, Sara Ciocca ed Edoardo Brandi.
Dopo mille altalene emotive dei protagonisti, accadimenti e piccoli colpi di scena, il film lascia allo spettatore un messaggio ottimista, di grande speranza e profondità che fa rappacificare con se stessi e con chi abbiamo intorno a noi perché, in fin dei conti, prima o poi dobbiamo morire tutti e, dunque, a che pro vivere nell’odio e nel disprezzo?