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Autore: Redazione
Metropolis.Positano News e Punto Stabia. Pimonte. Raccolta di firme alla Boldrini, in 46mila chiedono le dimissioni di Palummo
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Definì lo stupro una bambinata, ora il sindaco di Pimonte corre ai ripari. Ma è troppo tardi
Il sindaco di Pimonte prova a recuperare organizzando tre eventi in concomitanza con la Giornata Nazionale contro le violenze sulle donne
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VesuvioLive: “Non è una bambinata ma uno stupro”: 46mila firme contro il sindaco di Pimonte
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Cronache della Campania: Stupro Pimonte, parte la raccolta firme per chiedere dimissioni del sindaco
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Il Giornale.it. 46mila firme contro il sindaco che definì stupro “bambinata”Una 15enne venne violentata da un gruppo di minorenni. E il sindaco sminuì i fatti.
Il Mattino. «Uno stupro non è una bambinata», 46mila firme per chiedere le dimissioni del sindaco
AGV. Campania, Associazione ‘Maison Antigone’ consegna 46.000 firme alla Boldrini per dimissioni sindaco Pimonte
Il tema della petizione: ‘uno stupro non e’ una bambinata’
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ViviCentro. “Ragazza stuprata da 11 ragazzi, il sindaco la definisce una bambinata”
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L’ASSOCIAZIONE MAISON ANTIGONE CONSEGNA 46.000 FIRME ALLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI il 25 novembre 2017
Il Sindaco di Pimonte deve dimettersi: uno stupro non è una bambinata
In occasione della giornata dedicata alla lotta alla violenza sulle donne il sindaco di Pimonte, Michele Palummo, che definì lo stupro di gruppo ai danni di una ragazzina di 15 anni una “bambinata”, suscitando non poche polemiche, ha deciso di dedicare tre giorni di eventi, convegni e mostre, al tema del sopruso degli uomini sulle donne. Nessun riferimento, però, viene fatto alla ragazza costretta a lasciare il paese perchè vittima una seconda volta quando i coetanei furono scarcerati dopo solo un anno dal fatto e se li ritrovò liberi di girare in strada tra l’omertà dei paesani e le dichiarazioni imbarazzanti del sindaco (http://video.repubblica.it/cronaca/lo-stupro-una-bambinata).
L’associazione Maison Antigone in occasione dell’evento #Inquantodonna alla Camera dei Deputati, ha consegnato alla Presidente della Camera Laura Boldrini 46.000 mila firme raccolte per chiedere le dimissioni del Sindaco di Pimonte e si è impegnata a sostenere questa battaglia e a pubblicare un comunicato stampa in favore di questa petizione. Lo stupro non è una bambinata. “Ci ha lasciato sgomente un anno fa conoscere la storia della ragazzina di 15 anni di Pimonte stuprata ripetutamente da 12 suoi coetanei, minacciata, dileggiata e ricattata dai video registrati durante gli stupri.
E ci ha lasciato nuovamente sgomente l’aver appreso che un anno dopo il verificarsi di questi crimini orrendi, il sindaco durante un’intervista sostenesse che lo stupro commesso fosse stata solo una bambinata e che la vicenda fosse da archiviare come storia passata.
– Dichiara Michela Nacca Presidente dell’Associazione – Vogliamo dare voce alle 46.000 firme raccolte e consegnate alla Presidente Boldrini per chiedere ancora una volta le dimissioni del Sindaco di Pimonte, 46.000 persone sono con noi in questa battaglia e credono che una dichiarazione simile non possa essere sostenibile.
di Marzia Lazzerini
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LIBER@TA DALLA VIOLENZA. Convegno ad Albano Laziale
di Avv. Michela Nacca
Sabato 25 novembre 2017, nella Giornata internazionale celebrativa del Contrasto alla violenza sulle donne, abbiamo partecipato alla Tavola Rotonda “Liber@ta dalla Violenza”, organizzata dalle ore 17,00 nella bella Sala Conferenze di Villa Ferrajoli, Museo Civico di Albano Laziale, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali dello stesso Comune.
Ha moderato le Relazioni che si sono susseguite la Dottoressa Annarita Garbini, Consigliera Comunale e Presidente della Commissione Consiliare III, che insieme al Sindaco di Albano L. Nicola Marini ed al Consigliere Gabriele Sepio, ha fortemente voluto questo confronto di istituzioni ed associazioni, per approfondire sempre di più una relazione di attività sinergiche tra le varie componenti territoriali, volte a rafforzare una rete sociale che, tramite un sistema di Protection Network nel territorio già attivo ed operante dalla fine del 2013, possa preventivamente arginare e sconfiggere il fenomeno della Violenza sulle donne, nonché costituire una valida protezione per le vittime di maltrattamenti e abusi.
Insieme alla Dottoressa Adamo ed alla Dottoressa Di Maglie, è intervenuto alla Tavola Rotonda il nuovo Dirigente dei Servizi Sociali Dott. Francesco Centofante, che ha confermato la propria disponibilità nel proseguire l’attività già avviata da anni da chi l’ha preceduto nell’incarico ora da lui ricoperto, la Dottoressa Camarda, con la collaborazione della Cooperativa Prassi e Ricerca che, nella persona della Dottoressa Antonella Panetta, ha spiegato il lavoro svolto per e con il Comune di Albano L., sia in attività formative che di accoglienza e protezione delle vittime di violenza.
Noi di Maison Antigone, attraverso la Relazione della scrivente Presidente Avv. Michela Nacca, abbiamo esposto i valori della nostra Associazione di Promozione Sociale, la nostra mission, indirizzata verso il supporto e la valorizzazione femminile. Abbiamo spiegato ai numerosi cittadini presenti nella Sala quali siano le molteplici attività già messe in campo dalla nostra Associazione, grazie alle professionalità diversificate delle nostre associate:
- attività di aiuto e supporto alle vittime, nonché a donne in difficoltà, con l’apertura di sportelli antiviolenza e di un centro di ascolto per donne e coppie in crisi;
- attività di consulenza legale e psicologica gratuita
- attività di assistenza legale e giudiziaria (in ambito processuale civile, penale e canonico) potendo usufruire, laddove necessario e possibile, del gratuito patrocinio;
- assistenza psicoterapeutica;
- attività di formazione, realizzate da Maison Antigone nelle scuole con Progetti di alternanza scuola-lavoro destinati a studenti di 3, 4 e 5 anno superiore;
- convegni, tavole rotonde e seminari;
- corsi formativi attivati in collaborazione con istituzioni pubbliche e private.
La Presidente ha inoltre esposto l’attività intensa di sensibilizzazione sociale e formazione delle nuove generazioni, attuata da Maison Antigone attraverso la comunicazione sociale mediatica (sito web associativo e profili facebook, instagram , twitter) con la elaborazione e l’avvio di mirate Campagne mediatiche e di Petizioni. Tra queste é’ stata ricordata la Petizione “Dimissioni del Sindaco di Pimonte: lo stupro di una bambina non è una bambinata”, promossa da Maison Antigone tramite la piattaforma Change.org contro le dichiarazioni che furono rese dal Sindaco di Pimonte nel luglio 2017, cosi come riportato da La7 e da tutte le testate giornalistiche nazionali. Una Petizione che ad oggi ha raggiunto sulle 46.000 sottoscrizioni e che, nella stessa mattinata del 25 novembre, e’ stata consegnata alla Presidente Laura Boldrini, in occasione della partecipazione di Maison Antigone all’evento #InQuantoDonna a Montecitorio.
L’Avv. Simona D’Aquilio, Vice Presidente di Maison Antigone, Avvocato familiarista e Membro del “Progetto Donna” istituito dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma per attuare progetti volti alla tutela della donna e dei suoi diritti, ha spiegato la delicatezza del ruolo preventivo e sociale dell’Avvocato familiarista nell’interazione con le vittime di violenza, ma anche nei casi di quotidiana conflittualità processuale in sede di separazione e divorzio: ella ha spiegato come solo attraverso l’acquisizione di una competenza specifica sul tema, non meramente giuridica ma prima di tutto psicologica ed empatica, nonché con la collaborazione positiva di mediatori familiari, psicologi e psicoterapeuti, sia spesso possibile arginare situazioni di potenziale violenza, riconducendo la conflittualità insita in ogni procedimento separativo e processuale su binari volti alla sicurezza.
La Dottoressa Raffaella Bocci, collaboratrice di Maison Antigone, Giornalista, già Autrice in Rai, esperta di comunicazione pubblicitaria nonché attualmente Direttrice Didattica della scuola a metodo “Giorgina Borgani”, presente nel territorio, ha spiegato l’importanza di una rinnovata comunicazione non sessista, scevra di pregiudizi che possono innescare meccanismi di rifiuto e violenza: una nuova comunicazione da attuare non solo in ambito sociale, ma prima di tutto nelle famiglie e nelle scuole, nella formazione dei bambini, che saranno gli uomini del futuro.
Il Dottor Andrea Bernetti, Presidente del Centro di assistenza Maltrattanti (CAM), ha delineato in quali casi é possibile attuare un percorso psicoterapico di riabilitazione degli uomini violenti, sottolineando la necessità di una azione preventiva.
La Tavola Rotonda é stata chiusa dai suggestivi canti di un Coro composto di sole donne, provenienti da tutto il mondo, che hanno cantato una tradizione orale internazionale di storie femminili.
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INCONTRO – #InQuantoDonna -Camera dei Deputati 25 novembre 2017
di Raffaella Bocci
Eravamo circa 1300 donne, l’aula del Parlamento era gremita. Per un momento sembrava più una festa che una commemorazione, forse perché quello che ci aspettavamo era sì un incontro importante, ma un po’ retorico, di quelli in cui la politica fa resoconti e illustra progetti.
Arriva la Presidente Boldrini, inizia la Giornata di commemorazione contro la violenza sulle donne. Poche parole introduttive tutt’altro che banali e poi, una dopo l’altra, le testimonianze delle donne che sono sopravvissute, di madri che cercano di dare un senso alla propria vita dopo la morte delle loro figlie. Parla Antonella Penati che continua a combattere nonostante suo figlio Federico sia stato ucciso, a colpi di coltello e a soli otto anni, per mano di quel padre che ha voluto in questo modo barbaro punire Antonella per non volersi sottomettere alla sua cultura islamica. Quello che ci indigna ancora di più è che Federico è stato ucciso mentre si trovava in un campo neutro, quello dei servizi sociali, dove il piccolo doveva incontrarlo in un “ambiente protetto”.
Il padre si è poi ucciso con quello stesso coltello insanguinato da un reato così efferato. Ma per Federico nessuno ha pagato.
La mamma parla con grande coraggio e lucidità, ha chiesto giustizia per suo figlio alla Corte di Strasburgo, perché in Italia la Cassazione ha assolto chi avrebbe dovuto proteggerlo. Proteggere quel figlio, nato per amore e diventato vittima della scelleratezza dell’essere umano. Eppure Antonella era lì, a raccontare la sua storia, a rinnovare il suo impegno per salvare anche un solo bambino dal figlicidio, a chiedere giustizia.
Già, perché Antonella ha dovuto anche subire l’accusa di essere una madre esagerata, di voler privare il bambino dell’affetto dell’altro genitore.
Conosciamo Serafina Strano, stuprata durante il turno di notte nella guardia medica di Tre Castagni in un paesino della Sicilia mentre semplicemente faceva il suo lavoro. Racconta di aver aperto a quel paziente che chiedeva aiuto e di aver passato le seguenti ore mentre veniva violentata e seviziata, a pregare di riuscire a rimanere in vita.
Emanuela De Vito, una giovane donna calabrese accoltellata alle spalle dal suo ex fidanzato ventitreenne mentre camminava. Viva per miracolo.
La sua voce spezzata dalla commozione, dalla paura, dalla morte che seppur in vita ancora porta dentro, perché l’uomo che l’ha colpita è tranquillamente libero di uscire di casa dopo una pena che negli anni è stata ridotta ai domiciliari, fino ad ottenere persino il diritto di uscire di casa per recarsi al lavoro. E poi ancora Alice Masala vittima allora dodicenne del cyberbullismo, sopravvissuta al linciaggio mediatico sui social ad opera di suoi coetanei senza pietà. E poi la mamma di Tiziana Cantone morta suicida dopo la diffusione di un suo video personale on line.
Parla la mamma di Sara Di Pietrantonio: una storia agghiacciante che vede la giovane romana tristemente protagonista di un amore malato in cui il suo fidanzato, non accettando la fine della loro storia, l’ha prima strangolata e poi data alle fiamme. Aveva solo 22 anni.
È poi la volta di Blessing Okoedion arrivata in Italia per lavorare e gettata sulla strada dai suoi aguzzini. Blessing era arrivata in aereo con tanto di passaporto e non su un barcone, non immaginava neanche cosa l’avrebbe attesa una volta giunta sul nostro Paese. La forza e il coraggio di denunciare, solo questo l’ha salvata.
Una dopo l’altra le testimonianze si susseguono, lo sgomento e la commozione invadono l’aula perché a sentirle tutte insieme queste donne ci riportano con i piedi per terra. Già, perché tutti ascoltiamo i servizi del telegiornale della sera, 5 minuti in cui ci soffermiamo sulla notizia di un femminicidio, ma poi torniamo distratti alla nostra routine, alla cena da mettere in tavola, a una conversazione in chat con un’amica. Finisce il tg e ognuno è ancora nella sicurezza o nell’inferno delle proprie mura domestiche.
Alla Camera siedono per la prima volta in 1300: donne delle istituzioni, donne delle forze dell’ordine, donne abusate, donne delle associazioni e donne comuni. Quando le senti parlare queste donne la cui vita è stata violata per sempre, una dopo l’altra, ti rendi conto che queste tragedie non sono poi tanto lontane da noi.
Usciamo con la consapevolezza che qualcosa possiamo davvero fare, che la mentalità del Paese deve cambiare, che abbiamo il compito di educare le nuove generazioni al rispetto, che dobbiamo iniziare a pensare che quando si parla di violenza, quello che avviene nella porta accanto, al piano di sotto o di sopra, non è più un affare privato di chi queste tragedie le vive dentro casa.
Solo così potremo dire di essere tutti impegnati nella lotta contro la violenza sulle donne e cambiare davvero le cose.
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“NON SOLO LARA” al MAXIMO di ROMA
Convegno sulla violenza alle donne
Il 18 novembre 2017 Maison Antigone ha partecipato alla Tavola Rotonda “Non solo Lara” al Maximo Sport & Fitness di Roma, con i ragazzi del Liceo Artistico.
Quello di novembre è un mese interamente dedicato al contrasto alla violenza sulle donne ed in tutta Italia si susseguono iniziative a ciò dedicate.
Noi di Maison Antigone ce ne occupiamo tutti i giorni, tutto l’anno, accogliendo le donne nei nostri centri, ascoltandole quando ci chiamano al telefono, consigliandole, assistendole legalmente e psicologicamente.
Ma soprattutto coinvolgendole nella nostra squadra, che ormai è una rete di donne sempre piu’ vasta, eterogenea dal punto di vista professionale e culturale, ma accomunata da un unico obiettivo: combattere il sessismo, la discriminazione sul lavoro, ma soprattutto il maschilismo imperante che ancora ci opprime, limita e offende.
In questo mese di novembre abbiamo voluto celebrare la lotta alla violenza sulle donne intensificando i nostri interventi fra la gente, con Convegni e Tavole rotonde, per fare sempre più informazione e sensibilizzazione sociale, ed attraverso queste attuare una formazione.
Ciò abbiamo voluto fare soprattutto tra le nuove generazioni.
Il 5 novembre siamo state invitate al Macro di Testaccio, spazio Factory, insieme a SuLLeali – Comunicazione Responsabile, dove abbiamo incontrato cittadini e cittadine di ogni età; il 6 novembre ci siamo confrontate al Senato, insieme a molti altri esperti ed alle istituzioni.
Sabato 18 novembre abbiamo avuto l’incontro per noi più significativo ed emozionante, nella palestra Maximo Sport & Fitness di Roma, con Riccardo Evangelista, dinanzi i ragazzi del Liceo Artistico Sarandi, i loro docenti, i genitori e molti altri giovani.
Il loro silenzio assoluto e l’attenzione massima prestata, in oltre due ore di Relazioni, ci fa capire quanto la società e le nuove generazioni in realtà siano sensibili ai temi presentati ed abbiano voglia di formarsi, per un mondo più paritario, scevro da discriminazioni e sessismi.
L’encomiabile progetto fotografico presentato dai ragazzi, avente come tema la violenza sulle donne, è stato da tutti noi molto apprezzato.
Volentieri ne pubblichiamo le immagini!
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IL COORDINATORE GENITORIALE: VERSO UNA FORMA DI TUTOR PER GENITORI?
di Avv. S. D’Aquilio
Sta lentamente emergendo una nuova figura professionale che affiancherà i Giudici che trattano la materia della separazione, divorzio ed affidamento dei minori: il “coordinatore genitoriale”. Soggetto non meglio specificato, senza un inquadramento specifico (non sarebbe propriamente un mediatore familiare) questi avrebbe il ruolo di contenere il conflitto della coppia genitoriale e tutelare il superiore interesse dei figli minori.
Tuttavia, per chi di diritto di famiglia si occupa da tempo, tale innovazione, importata dagli Stati Uniti, pare alquanto superflua ed, anzi, piuttosto sconcertante per i seguenti motivi:
in Italia esiste già ed è utilizzata la MEDIAZIONE FAMILIARE, percorso volontario e non costrittivo praticabile in caso di mera conflittualità genitoriale (e fra persone intelligenti ottiene ottimi risultati), mirante a dirimere ogni acredine fra coniugi al fine di ripristinare un dialogo costruttivo nell’interesse dei figli minori. La mediazione è attiva, ormai, nei consultori familiari ed a TITOLO GRATUITO. Non solo: ciò che accade in una mediazione familiare non può in alcun modo essere riferito a Giudice e/o avvocati, trattandosi di un colloquio riservato e di fiducia assoluta fra coniugi e mediatore il quale potrà solo rilasciare un documento che attesti se la mediazione è fallita (MAI quali siano i motivi del fallimento) o se si è giunti ad una risoluzione dei problemi più rilevanti (gestione dei figli, mantenimento, orari di visita ec…) che verrà, in seguito, trasposta da un legale in un accordo di separazione o di divorzio.
Tale efficace strumento, in realtà, in Italia non è mai decollato a pieno regime: molti avvocati ne diffidano, i magistrati tentano di inviare coppie litigiose in mediazione ma, sovente, invece di utilizzare i molti mediatori familiari accreditati presso gli uffici giudiziari ed i Municipi, delegano tale delicata fase ad un consulente del Tribunale il quale ha dei costi economici di non poca entità e, normalmente, non dovrebbe occuparsi di effettuare la mediazione familiare ma solo consulenze tecniche di ufficio volte a determinare la capacità genitoriale della coppia o altri aspetti psicologici della famiglia. Non solo, ci domandiamo anche se una donna che abbia subito seri maltrattamenti o violenze DOVRA’ (come, purtroppo, siamo avvezze a vedere), sotto osservazione di un Giudice, ricostruire un dialogo con un uomo che ha fatto di tutto per distruggerla anche giudiziariamente. Inoltre, come già accennato, stiamo parlando di “professionisti” non meglio qualificati. Dovranno essere mediatori abilitati da anni? Assistenti sociali? Oppure basterà seguire un corso con un monte ore assolutamente insufficiente?
In ultimo, ma non di minore rilevanza, ci pare questa la deriva di un sistema il quale sembra faccia davvero fatica a comprendere che è NECESSARIO innanzitutto proteggere le vittime e solo in seguito capire se esista tra i coniugi un semplice conflitto, e non un maltrattamento, perché, a nostro avviso, un mero conflitto può essere oggetto di una buona mediazione familiare o altro percorso psicoterapeutico nel quale le parti si trovino sul medesimo piano relazionale. Un maltrattamento o, peggio, una violenza subita non consentono alcuna forma di REALE dialogo, neppure nel superiore interesse dei figli, e certamente non nell’immediatezza dei fatti.
A ben guardare, dunque, questa nuova figura del coordinatore genitoriale sembra partorita da un sistema giuridico filostatunitense al quale tanto piace istituire un tutor per i genitori ma che sembra avere un solo, amaro scopo: introdurre i costi di nuovi consulenti del Tribunale dei quali, onestamente, non si sente alcuna necessità.
L’Esodo, film- denuncia. Protagonista una donna.
di Marzia Lazzerini
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LA VIOLENZA SULLE DONNE – SALA S.MARIA IN AQUIRO SENATO
Lunedì 6 novembre 2017 siamo state invitate dal Sen. Scilipoti Isgrò come Relatrici nel Convegno “Violenza Sulle Donne”, presso il Senato della Repubblica Italiana, Sala di Santa Maria in Aquiro.
Il Convegno, che ha gettato le basi per futuri tavoli di studio ed iniziative parlamentari, si è caratterizzato per il confronto tra varie donne abusate in età adolescenziale, nell’attualità impegnate nel mondo sociale a combattere la violenza di genere, tra cui Shaneen Clarke, che ha entusiasmato i presenti con il suo intervento volto ad incitare le donne ad “osare di essere grande” vivendo il proprio sogno.
L’Avvocata Criminologa Luana Campa, evidenziando le contraddizioni del nostro sistema legale e giudiziario, ha delineato gli obiettivi del DDL s 2434, di cui il Senatore Scilipoti Iscgrò è stato il primo firmatario.
La Dottoressa Iris Magrì, psicologa, ricordando la propria vicenda personale ha richiamato la reciprocità dell’amore coniugale.
Il Pastore Oscar Meza Orsi e la Pastora Elena Posarelli , condannando fermamente la violenza agita sulle donne e partendo da letture veterotestamentarie, nonché vicende personali, hanno ricordato la vocazione degli uomini ad amare le donne.
L’Avv. Rotale e dello Stato Città del Vaticano Michela Nacca, Presidente di Maison Antigone, ha di seguito voluto ricordare che, con novità assoluta rispetto al contenuto del Vecchio Testamento, il Nuovo Testamento testimonia la depenalizzazione cristiana del reato di adulterio commesso dalla donna, ridotto a mero peccato, attraverso la parificazione assoluta tra uomo e donna, nella loro dignità, nei loro diritti e responsabilità, personali e coniugali.
La nostra Presidente ha illustrato i valori e gli obiettivi di Maison Antigone, nonché le attività già svolte dalla nostra Associazione, sottolineandone le peculiarità e gli interventi competenti. La spiegazione del nostro logo, ritraente un volto femminile, ha aiutato a comprendere l’importanza di coinvolgere le donne vittime di abusi in iniziative che le aiutino a rendersi protagoniste del cambiamento personale e sociale auspicato.
Dopo l’intervento dell’Avv. Pulcini e di alcune donne presenti in sala, che hanno preso la parola testimoniando le proprie esperienze ed iniziative di contrasto agli abusi di genere, il Senatore Scilipoti Isgrò ha tirato le somme del confronto, suggerendo ulteriori incontri di approfondimento e studio, finalizzati a porre azioni di contrasto efficaci alla discriminazione ed alla violenza di genere.
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TAVOLA ROTONDA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE al MACRO – ROMA
Signori e Signore… Ingresso libero dalla violenza
Ieri 5 novembre 2017 siamo state ospiti di Sulleali allo spazio Factory del MACRO. L’obiettivo delle quattro giornate, che termineranno domani, è quello di sensibilizzare gli uomini circa la violenza che dilaga nel nostro paese.
La Tavola Rotonda, moderata dalla giornalista Raffaella Bocci, membro della nostra Associazione, ci ha visto protagoniste insieme alla consigliera regionale Marta Bonafoni al vice questore Stefania D’Andrea all’avvocato Sabrina Fiaschetti dell’associazione Be Free, ha toccato vari aspetti della violenza.
Si è parlato, illustrandoli, dei meccanismi giuridici che si attivano dopo una denuncia, grazie anche alla normativa regionale vigente.
L’avvocata Michela Nacca, Presidente della nostra associazione, ha reso noti i casi di nullità matrimoniale previsti dal codice canonico e che riguardano anche i casi di violenza o coartazione della volontà della donna. Ha, inoltre, fornito una interessante visione innovativa e “pro donna” delle parole di Gesù in diversi passi del Vangelo.
L’avvocata Simona D’Aquilio, Vice Presidente di Maison Antigone, ha parlato delle conseguenze di una separazione dei coniugi che può sfociare in violenza ed il ruolo di ascolto e prevenzione dell’avvocato civilista quando accoglie a studio una donna che vuole chiedere la separazione da un coniuge potenzialmente pericoloso.
L’avvocata Roberta Feliziani ha illustrato il compito dell’avvocato penalista spesso connesso a quello del civilista, nel sostenere la donna che denuncia una violenza e dovrà, in seguito, affrontare un lungo processo penale.
https://www.romatoday.it/eventi/signori-e-signore-ingresso-libero-dalla-violenza.html
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LA SCUOLA CHE VORREI…
di Raffaella Bocci, giornalista e pedagogista
Riflessioni e buone pratiche
C’è una scuola dove i bambini vorrebbero andare anche il sabato, dove la mattina entrano correndo, dove gli insegnanti sono guide che li accompagnano verso il sapere, dove non ci sono né cattedre né voti perché la scuola è il luogo dove si imparano le basi della conoscenza e della vita, non dove si viene giudicati.
Un luogo dove esiste il rispetto per ognuno perché si sa, è la scienza che ce lo dice, ogni bambino ha tempi di sviluppo diversi soprattutto quando si parla di apprendimenti.
Stiamo parlando di un progetto scuola primaria nato ad Ariccia cinque anni fa e la voce unanime dei genitori ci racconta che i bambini di questa scuola sono bambini felici.
La dott.ssa Raffaella Bocci che ha ideato il sistema scolastico “Learning for Life” dopo un decennio di studi sullo sviluppo cognitivo, motorio, emotivo/relazionale e degli apprendimenti tra Italia, Inghilterra, Stati Uniti ed Israele, ci dice che nella sua concezione di scuola primaria ogni bambino deve avere la possibilità di prendere coscienza di se stesso e imparare a relazionarsi con il prossimo, non solo tra pari ma anche con gli adulti, con bambini più grandi e più piccoli sempre con rispetto ma con la libertà mentale di poter dire la sua senza timore: solo quando un bambino è sereno con se stesso e con gli altri apre la sua mente agli apprendimenti.
Una serenità trasmessa ai bambini attraverso l’ascolto, senza mai prevaricare, ma con regole ben definite che devono essere rispettare nella comunità scolastica da tutti: bambini e soprattutto adulti perché si insegna più con l’esempio che con le parole.
L’obiettivo di questo sistema scolastico non è solo quello di “insegnare” le materie di studio proprie della scuola primaria tradizionale, ma soprattutto quello di formare gli uomini e le donne di domani, insegnando loro a gestire le proprie emozioni, a sviluppare empatia verso coloro che incontreranno nella propria vita, a renderli consapevoli delle proprie potenzialità e soprattutto capaci di mettersi in gioco nella vita, perché non ci sono limiti a ciò che ogni essere umano può fare. Tutti possono coltivare un sogno e realizzarlo con passione e dedizione sempre mantenendo la propria umanità, l’amore e il rispetto per se stessi, per gli altri e per l’ambiente che li circonda.
Questa scuola insegna che siamo tutti diversi e per questo dobbiamo rispettarci. L’essere diversi è una grande ricchezza: da ognuno si può imparare, ad ognuno si può insegnare qualcosa di nuovo.
Il progetto scuola si ispira alla pedagogia dell’apprendimento mediato di Reuven Feuerstein che la direttrice ha avuto il privilegio di incontrare presso il Feuerstein Institute di Gerusalemme nel 2013 al quale si affiancano tutte quelle materie che possono contribuire a portare nella didattica tutte le importanti scoperte delle neuroscienze legate al funzionamento cognitivo nell’età dello sviluppo (il teatro come materia curriculare, la neurospicomotricità dell’età evolutiva, la musica etc).
Niente viene lasciato al caso, tutto è studiato nel dettaglio. Molto rilievo viene dato alla lingua inglese: la scuola prepara ai bambini agli esami Cambridge riconosciuti grazie ad una straordinaria insegnante madrelingua ed esaminatrice Cambridge che insegna ai bambini che l’inglese è uno strumento di comunicazione e non una materia di studio.
In questa scuola non si corre per finire il programma perché nessuno deve essere lasciato indietro: i più svelti potenziano le loro abilità, i più lenti imparano ad affrontare la scuola e quindi la vita, con la consapevolezza di poter raggiungere qualsiasi obiettivo.
L’approccio pedagogico richiama gli insegnamenti di Mario Lodi, Don Milani, la “pedagogia della lumaca” di Gianfranco Zavallone.
È una scuola dove ai bambini imparano che tutto ciò che gli viene insegnato servirà loro nella vita reale, quella cioè fuori dell’edificio scolastico. Edificio dal quale escono tutte le volte che si può. Le lezioni all’aperto e le uscite didattiche sono numerose: nella scuola del fare l’esperienza rinforza e cristallizza gli apprendimenti.
Come si fa ad esempio a spiegare ad un bambino attraverso un libro, il rumore e l’odore delle foglie cadute dagli alberi in autunno? Solo facendolo passeggiare in un viale di foglie multicolore non dimenticherà mai quello che i suoi sensi hanno percepito.
Si studia per il piacere di conoscere cose nuove, a scuola non si va per far contenti mamma e papà o per prendere un bel voto. I voti generano una competizione negativa. Spesso i bambini pensano che “quel numero” indichi il loro valore e non quello del compito al quale si riferisce. I voti servono agli insegnanti per capire su cosa devono lavorare di più o cercare nuove strategie didattiche, perché la responsabilità di ciò che i bambini imparano è la loro. Questo è il motivo per cui nella “scuola del fare” sono stati aboliti.
Un progetto scuola molto articolato eppure, a pensarci bene, di una semplicità disarmante. Forse è per questo che i bambini non vorrebbero mai andar via…
DIMISSIONI CONSIGLIERE FABIO TUIACH!
È inaccettabile che un rappresentante della politica locale italiana possa esprimersi con tanto odio e negando la realtà dei fatti: il femminicidio è una piaga sociale! Tuiach deve dimettersi e non deve ricoprire mai più incarichi pubblici!
https://www.change.org/p/sindaco-di-trieste-dimissioni-consigliere-fabio-tuiach
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LA VICENDA DELLO STUPRO DI MELITO PORTO SALVO
~2 minuti
Se li giustifichi sei come loro
Dopo le esternazioni del Sindaco di Pimonte, che ci portarono a lanciare la petizione su Change.org al fine di ottenere le sue spontanee dimissioni, ci troviamo dinanzi ad analogo episodio.
Questa volta ci spostiamo in Calabria, a Melito Porto Salvo, dove una tredicenne è stata stuprata da un branco di compaesani per ben TRE anni.
Unitamente agli abitanti del paese, un rappresentante delle istituzioni, il Consigliere Zavettieri, avrebbe commentato la vicenda ponendo l’accento sul fatto che gli stupratori sarebbero una sorta di ragazzi sbandati e cresciuti senza alcuna forma di amore.
Per Maison Antigone un’esternazione del genere, seppure fosse animata dall’intento di fornire una spiegazione psicologica ad un fatto aberrante, è inaccettabile ed intollerabile. Questo perché tale affermazione confonde i ruoli, appiattisce il senso della Giustizia, annulla i sentimenti di solidarietà e di sostegno alla vittima gettandola in un baratro medievale.
Per questo abbiamo deciso di lanciare su Change.org una seconda petizione che vi preghiamo di firmare
Facciamo sentire la nostra indignazione!
Zavettieri deve chiedere scusa alla ragazza vittima dello stupro di gruppo e, subito dopo, dovrebbe dimettersi dalla propria carica perché uno stupro non deve avere alcun alibi, giustificazione o scusante.
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PANCHINE ROSSE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
di Avv. M.Nacca
1–2 minuti
Hanno iniziato Milano, Torino nel gennaio 2016, Taranto, poi l’Aquila, Monza, Catania, San Gregorio e San Giovanni Galermo, Scanzano Jonico, a Laterza e Maruggio (Ta), Borgaro, Fossano, seguite da molte altre città italiane: la violenza contro le donne si combatte anche così, con il posizionamento di panchine rosse lungo le città che, decorate da writer “Vogliono stimolare un confronto e una riflessione sulla violenza e sui cambiamenti culturali necessari per sconfiggerla e indurre i cittadini a fermarsi, a non dimenticare e a mantenere alta l’allerta” (nota del Comune di Torino del gennaio 2016).
Sulla panchina rossa inaugurata a L’Aquila è riportata una frase del poeta russo Vladimir Majacovskij:
“Guardate: hanno di nuovo decapitato le stelle e insanguinato il cielo, come un mattatoio”.
Anche per l’amministrazione aquilana la panchina rossa vuol “favorire la riflessione dei cittadini sui cambiamenti culturali necessari a sconfiggere questa ingiustificata violenza”.
DIMISSIONI SINDACO DI PIMONTE
di Avv. Michela Nacca 12–15 minuti
Le seguenti riflessioni si basano sulle notizie pubblicate dalle maggiori testate giornalistiche nazionali e rinvenibili via web, nonchè sono frutto delle stesse dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Pimonte e dai suoi concittadini intervistati.
Ci ha lasciato sgomente un anno fa conoscere la storia della ragazzina di 15 anni di Pimonte riferita dai media nazionali: nel 2016 sarebbe stata stuprata ripetutamente (il condizionale è ancora d’obbligo) da un branco di 12 suoi coetanei, minacciata, dileggiata e ricattata dagli stessi con video registrati durante gli stupri, avvenuti in una capanna o grotta poco distante dal paese: un luogo anch’esso sfregiato, in quanto sarebbe utilizzato dalla comunità pimontese annualmente per la rappresentazione del Presepe.
Gli stupratori accusati sarebbero tutti minorenni, provenienti da diverse estrazioni sociali e culturali, due addirittura sembrerebbe fossero vicini anche al contesto parrocchiale di Pimonte (v. link sottostante) ma comunque tutti, anche se in diverso modo, sarebbero stati complici, e per diverso tempo, di questi gravissimi reati: commessi a danno di quella che avrebbe dovuto essere per loro un’amica, una coetanea, una fidanzata da amare e render felice… non un oggetto senza sentimenti, emozioni e dignità o diritti, da poter usare o far usare!
Ci ha lasciato nuovamente sgomente l’aver appreso che, un anno dopo il verificarsi di questi crimini orrendi, il Sindaco, durante un’intervista tv mandata in onda da La7 nel luglio 2017, sostenesse che lo stupro commesso fosse stata “solo una “bambinata” e che tutta la vicenda fosse ormai “cosa passata” da archiviare (vedi servizio nei link sottostanti).
Nel frattempo infatti la famiglia della vittima ha deciso di trasferirsi in Germania, non potendo ovviamente sopportare che quei ragazzi fossero intanto tornati in libertà, liberi di girare per il paese.
Lo stesso atteggiamento del Sindaco è stato espresso anche da altri compaesani, durante le interviste mandate in onda da La7, con lo stesso servizio, nonchè da altre testate giornalistiche: come se quanto potrebbe essere stato commesso da questi giovani costituisse al più solo un peccato, forse pur grave e di cui farsi presto perdonare, ma non primariamente un REATO che, come tale e se definitivamente accertato, prevederebbe invece una pena adeguata da scontare: non solo detentiva, comminata giudizialmente, ma SOCIALE, attraverso una manifestazione di ferma CONDANNA dinanzi al gravissimo comportamento di dispregio anaffettivo e violento che sarebbe stato commesso.
Un reato da stigmatizzare senza se e senza ma.
Tutto ciò, a maggior ragione, se si pensa che tali reati a quanto pare sarebbero stati commessi in modo continuato e ripetuto da non pochi giovani del luogo: in un paese che conta poche migliaia di abitanti: con tutte le conseguenze che ciò comporta.
Dunque più forte avrebbe dovuto essere la condanna ufficiale e sociale dell’intero paese verso lo stupro: a partire dal Sindaco e, perchè no, dal Parroco, il quale, pur condannando la violenza e gli stupri, nell’intervista affermerebbe: “E’ un peccato verso Dio“.
E la vittima?
Solo partendo dalla piena consapevolezza delle responsabilità dell’intera comunità, oltre quella personale che verrà accertata definitivamente dai Tribunali, con conseguente e successiva espiazione certa e proporzionata della pena, si potrà pensare di poter ricostruire un rapporto di fiducia sociale, di autentica crescita personale e comunitaria, che possa anche giungere, solo AL TERMINE di questo LUNGO percorso, all’eventuale perdono da parte della vittima e della sua famiglia e dunque, solo allora, all’oblio della tragica vicenda!
Senza una previa, adeguata, forte, ripetuta e determinata condanna, senza che prima gli eventuali colpevoli abbiano scontato una proporzionale ed esemplare pena inflitta dai tribunali, nessun oblio può essere fatto, NESSUN PERDONO CHIESTO o ottenuto: suonerebbe un modo ipocrita per negare o sminuire frettolosamente l’accaduto, dimenticandolo, PRIMA ANCORA CHE VENGA FATTA GIUSTIZIA!
L’anticipare progetti di pieno reintegro di quei ragazzi, richieste di perdono, avanzate da alcune famiglie, parlare quasi solo dei ragazzi accusati come di potenziali o effettive vittime (v. interviste del Parroco), affinchè si giunga presto all’oblio sugli stupri che sarebbero stati commessi, è OGGI prematuro ed inumano.
Ciò potrà essere fatto: ma solo dopo che si sia definitivamente non solo pronunciata la giustizia, ma anche espiata la pena!
Alcune interviste sopra indicate (v. nei link sottostanti) sono state rilasciate già nei mesi subito successivi gli stupri, nonchè in seguito e più recentemente, nonostante nel novembre 2016 lo stesso Assessorato alle Politiche Sociali di Pimonte avesse organizzato, con le associazioni del territorio, una giornata di sensibilizzazione contro la violenza alle donne, presente lo stesso Sindaco (vedi nei link sottostanti).
A causa della recente repentina e forte reazione di migliaia di italiani e degli stessi media dinanzi le parole del Sindaco, intervistato da La7 nel luglio 2017, questi immediatamente dopo presentava pubblicamente le proprie scuse per quanto affermato (v. link sottostante) tuttavia assumendo, in tal modo, la paternità di quelle affermazioni: “è stata una bambinata!“
Ma ciò basta per testimoniare una autentica fedeltà e coerenza con i principi costituzionali italiani?
Ciò giustifica la richiesta di oblìo su questi fatti?
Ed è una valida scusa, oggi, sostenere che quelle affermazioni siano frutto di una inesperienza televisiva e mediatica del Sindaco…. o, peggio, pensare che potrebbero esser state travisate dal giornalista di La7? (v. quanto sostenuto in un Comunicato Stampa Ufficiale trasmessoci dallo Staff del Sindaco).
Ma possiamo dire veramente, noi tutti, Istituzioni di Pimonte comprese, di avere la coscienza a posto, se in Italia ogni due giorni viene uccisa una donna o una ragazza dal fidanzato, marito o ex compagno?
Se bambine, ragazze e donne come la quindicenne di Pimonte vengono quotidianamente abusate, violentate, struprate, mobbizzate, emarginate?
O non dobbiamo piuttosto chiederci quali siano le nostre responsabilità formative? Dobbiamo chiedercelo come madri, padri, docenti, formatori, ma anche in quanto Giudici, giuristi, giornalisti, Sindaci, responsabili istituzionali di ogni livello ed in ogni settore. Nessuno escluso!
Possiamo realmente dirci: “IO HO LA COSCIENZA PULITA”?
Inutile condannare la violenza, se poi non ci si comporta di conseguenza: cioè non sostenendo efficacemente le vittime delle violenze e non condannando esemplarmente i responsabili di questi reati.
Un insegnamento è percepito come valido, venendo recepito dai giovani e meno giovani di una società, solo se ad esso segue un comportamento concreto e coerente. Attuato a tutti i livelli.
Se ciò non avviene, o viene attuato solo in modo apparente e formale, l’insegnamento non è autentico. Rimane vuota astrattezza ed anzi, rimanda ad una ambivalenza di messaggi contraddittori ed incoerenti che patologizza i destinatari: i nostri giovani e dunque la società stessa.
A causa della nostra Petizione lanciata sulla pagina change.org “Dimissioni Sindaco di Pimonte: uno stupro non è una bambinata“che in due settimane ha ottenuto oltre 44.000 sottoscrizioni, siamo state contattate dallo Staff del Sindaco di Pimonte che ci invitava ad approfondire la vicenda, assicurando che quella andata in onda non fosse la reale mens del loro primo cittadino, ancor oggi sostenuto da tutti i suoi cittadini.
Diamo altresì atto al Consiglio comunale di Pimonte ed al Sindaco stesso di aver sostenuto la organizzazione e realizzazione della manifestazione “Non è Colpa Mia”, nel novembre scorso, per sensibilizzare la società pimontese contro la violenza di genere (vedi nei link sottostanti).
In realtà, come riferito dall’avvocato della vittima e della sua famiglia, la realtà pimontese non è monolitica (v. link sottostante): una parte dei Pimontesi condanna gli stupri che sarebbero stati commessi da questi ragazzi a danno della giovane vittima, anch’essa loro concittadina, non condividendo dunque l’atteggiamento sminuente espresso da altri cittadini innanzi le telecamere di La7.
Tuttavia dalle interviste mandate in onda, molte delle quali riportate sotto con i link corrispondenti, risulta indubbio che il territorio di Pimonte non sia del tutto scevro da una mentalità negazionista, che rifugge l’assunzione piena e completa delle responsabilità formative in gioco. A cominciare dal suo primo cittadino, in base a ciò che egli stesso scrive nel suo Comunicato Stampa Ufficiale inviatoci!
Tanto più ciò sarebbe grave qualora risultasse vero, come riferito da diversi servizi giornalistici, che tali atroci fatti si sarebbero intrecciati con le realtà criminali, organizzate o non, del territorio!
A maggior ragione, dunque, lo Stato e le istituzioni dovrebbero, proprio in queste occasioni, porre più attenzione, verificare tutte le responsabilità, ed in caso inviare segnali forti, affinchè si sappia che non è mai ammissibile la giustificazione o l’oblìo di un così grave reato, specie se commesso contro una minore, specie se espressione di una cultura contraria alla legalità, ai diritti costituzionalmente garantiti ad ogni persona, senza distinzione alcuna, ed infine allo Stato medesimo!
Né mai è accettabile la inversione dei ruoli vittima/carnefice, che quella cultura negazionista implica.
Non c’è dubbio che, come sostenuto dal Parroco di Pimonte, i minorenni che avrebbero commesso questo vigliacco e spregevole atto verso questa giovanissima ragazza, scontando la pena che eventualmente verrà inflitta dalla giustizia, debbano tuttavia anche essere aiutati ad uscire dai meccanismi che li avrebbero condotti a ciò: siano essi legati ad una cultura di violenza criminale, peggio se organizzata, o di anaffettiva dipendenza dal branco.
Tuttavia il dovere della società intera, civile e politica, in particolare in questo frangente quella di Pimonte, è quello di NON DIMENTICARE che la vera vittima è la ragazzina quindicenne e la sua famiglia: distrutti da ferite che difficilmente potranno rimarginare!
Per avere una completa e chiara visione d’insieme dei fatti e delle dichiazioni rese vi rimandiamo ai seguenti link:
- Comunicato Stampa Ufficiale trasmessoci dal Sindaco via mail
- La notizia degli stupri di gruppo a danno della quindicenne, minacciata e ricattata da filmati: coinvolti 12 minorenni, compreso il fidanzatino
- Manifestazione contro la violenza alle donne a Pimonte (novembre 2016)
- Parla l’Avvocato della vittima Cathine Graziuso: parte del Paese condanna ciò che è avvenuto, ma “una parte pensa sia stata una bravata”, la ragazza dileggiata. Un Paese che sembrerebbe aver reagito solo con incontri istituzionali, eventi, pensando forse un pò troppo presto al reintegro dei carnefici
- Parla la psicologa del centro antiviolenza che ha seguito la vittima e la sua famiglia, spiegando il loro dolore ed i meccanismi di conflitto subentrati, l’abbandono subito, la reazione alla liberazione dei ragazzi arrestati disposta dal GUP, la decisione della famiglia di rientrare in Germania e non tornare mai più. Una famiglia distrutta che cerca un nuovo inizio altrove
- Intervista del luglio 2017 al Parroco di Pimonte: “anche i ragazzi arrestati sono vittime” (Fanpage.it)
- Intervista al Parroco di Pimonte del luglio 2016 (Il Corrierino Tv)
- “Un’offesa a Dio dire che è stata una bambinata” inrtervista al Parroco di pimonte del luglio 2017 (Canale 696)
- Intervista di La7 al Sindaco di Pimonte trasmessa il 3 luglio 2017 “è stata una bambinata”
- Servizio televisivo su La7
- Elezioni del giugno 2017 del Sindaco di Pimonte (La Repubblica.it)
- Le “scuse” del Sindaco di Pimonte
- Riflessioni di una psicologa ed insegnante circa le dinamiche del branco e le naturali reazioni della vittima
- Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Campania accusa l’amministrazione di Pimonte di non aver fatto abbastanza
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#AntigoneNonSiPalpeggia
Maison Antigone
~1 minuto
Palpeggiare non è terapia
Abbiamo voluto dare avvio a questa campagna mediatica il 27 giugno 2017, all’indomani dei fatti riferiti dalle maggiori testate giornalistiche, secondo le quali un medico psichiatra veniva assolto dai Giudici di Bari in quanto i suoi “massaggi” in zone intime di una paziente avrebbero costituito solo delle tecniche di “rilassamento”!
Una strategia difensiva del tutto accolta dal Tribunale di Bari, ma non dalla Procura competente, che ha immediatamente impugnato la sentenza
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Convegno a Roma: VIOLENZA DI GENERE: COME PREVENIRLA, COME RICONOSCERLA, COME COMBATTERLA
di Avv. M.Nacca
Il 27 giugno 2017, nella bella sede dell’Associazione culturale “X Roma”, in Via Nazionale 66, si è svolto il Convegno sulla Violenza di Genere, organizzato dalla nostra Associazione e dall’Associazione “Quello che davvero conta”.
Durante il Convegno, aperto dai Presidenti delle Associazioni coinvolte, è stato fatto il punto della situazione circa la violenza alle donne con la giornalista Raffaella Bocci, che ha illustrato criticamente i dati Istat sul femminicidio, lo stalking, le violenze sessuali e fisiche di cui sono vittime le donne. La Dottoressa Bocci, esperta nel metodo pedagogico Fuerstein, fondatrice e coordinatrice di una scuola primaria del Territorio dei Castelli Romani (Istituto Giorgina Borgiani), ha altresì delineato percorsi formativi innovativi nell’educazione dei bambini alla parità di genere.
L‘Avv. della Rota Romana e dello Stato Città del Vaticano Michela Nacca., Presidente dell’Ass. Maison Antigone, trattando la violenza domestica ha illustrato quando essa puo comportare la declaratoria di nullità del vincolo nuziale da parte dei Tribunali ecclesiastici.
Di seguito l’Avv. civile e familiarista Simona D’Aquilio ha trattato delle possibilità di difesa predisposte dal sistema legale italiano, in ambito civile e penale, per le vittime di abusi endofamiliare, di stalking e mobbing, indicando la rilevanza di una formazione di legali, che siano predisposti alla mediazione delle conflittualità familiari, anche in fase di separazione e divorzio, laddove possibile ed auspicabile.
Lo Psicologo Dott. Andrea Bernetti, Responsabile del Cam (Centro Ascolto uomini Maltrattanti) ha illustrato i comportamenti violenti maschili, l’origine di essi, come riconoscerli e le vie percorribili per il loro superamento.